Too Big To Fail
Super dollar maintains relative strength against all currencies, but Euro crisis comes from afar. But it won't fail because Euro is too big to fail
Investors,
welcome to the new episode of Dax Trading Ideas newsletter. The Euro continues its inexorable descent toward parity with the dollar, a level that has not been breached in 20 years (touched yesterday). The war in Ukraine has highlighted Europe's energy dependence, with Germany particularly dependent on Russian gas. The risk of recession in Europe is extremely high, and this will put further pressure on the common currency. Add to that a strong dollar and euro seems to be one-way this summer. In our last Twitter post we gave as much insight as it is possible to give in this scenario. Super dollar maintains relative strength against all currencies, but euro crisis comes from afar, is structural, and parity looms. The chasm may not be psychological threshold of 1.00. They say it is too big to fail.
There has been a remarkable willingness to re-embrace risk assets this month, but there are still signs of traders willing to bet against them. Net short positions on non-traded futures of the S&P500 rose for third consecutive week and reached the highest since June 2020, according to the latest data from Commodity Futures Trading Commission. Bearish bets have grown despite the fact that US equity benchmark is up more than 6% from its mid-June lows. The fear of recession is well documented, as is the likelihood that earnings estimates are too high, not only in the United States but around the world. Bond market rumblings also threaten to weigh on stocks once again. Real yields-which have remained remarkably stable despite recent weakness in their nominal counterparts-threaten to reach new highs again. This would further undermine equity valuations and their relative attractiveness relative to bonds.
Over time, investors have been conditioned to believe that Fed will intervene in any market downturn. This impulse was guiding principle of the post-financial crisis bull market, in which S&P 500 rose at an annual rate of 18% over twelve years, with a total gain of 7.2 times from low to high. Markets often have a "win-win" relationship with economic news: strong economic data signal healthy fundamentals, while weaker data encourage more monetary policy support (or Fed put) and indirectly lift equity markets. That may not be the case this time. But now we get into the aspect that our readers are most interested in.
Main topics covered in this letter:
The cyclical confusion of DAX index
Compression of time-price factor (Master Time Cycle)
Trading plan from July 13 to 28
Analysis using Gann's methodology
Investitori,
benvenuti al nuovo appuntamento della newsletter di Dax Trading Ideas. L'euro continua la sua inesorabile discesa verso la parità con il dollaro, un livello che non viene superato da 20 anni (toccato ieri). La guerra in Ucraina ha messo in luce la dipendenza energetica dell'Europa, con la Germania particolarmente dipendente dal gas russo. Il rischio di recessione in Europa è estremamente elevato e questo metterà ulteriormente sotto pressione la moneta comune. Se a ciò si aggiunge un dollaro forte, quest'estate l'euro sembra essere a senso unico. Nel nostro ultimo post su Twitter abbiamo dato una visione, per quanto sia possibile darla in questo scenario. Il super dollaro mantiene forza relativa contro tutte le valute, ma la crisi dell’euro viene da lontano, è strutturale e la parità incombe. Il baratro potrebbe non essere la soglia psicologica di 1,00. Dicono che sia troppo grande per fallire.
Questo mese c'è stata una notevole disponibilità a riabbracciare gli asset di rischio, ma ci sono ancora segnali di trader disposti a scommettere contro di essi. Le posizioni nette corte sui futures non commerciali dell'S&P500 sono aumentate per la terza settimana consecutiva e hanno raggiunto il massimo dal giugno 2020, secondo gli ultimi dati della Commodity Futures Trading Commission. Le scommesse ribassiste sono cresciute nonostante il benchmark azionario statunitense sia salito di oltre il 6% dai minimi di metà giugno. La paura della recessione è ben documentata, così come la probabilità che le stime sugli utili siano troppo alte, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Anche i rumori del mercato obbligazionario minacciano di pesare ancora una volta sulle azioni. I rendimenti reali — rimasti straordinariamente stabili nonostante la recente debolezza delle loro controparti nominali — minacciano di nuovo di raggiungere nuovi massimi. Ciò minerebbe ulteriormente le valutazioni dei titoli azionari e ne comprometterebbe l'attrattiva relativa rispetto alle obbligazioni.
Nel tempo gli investitori sono stati condizionati nel credere che la Fed interverrà ad ogni ribasso del mercato. Questo impulso è stato il principio guida del mercato toro post-crisi finanziaria, in cui l'S&P 500 è cresciuto a un tasso annuo del 18% in dodici anni, con un guadagno complessivo di 7,2 volte dal minimo al massimo. I mercati hanno spesso una relazione "win-win" con le notizie economiche: dati economici forti segnalano fondamentali sani, mentre dati più deboli incoraggiano un maggiore sostegno della politica monetaria (o la Fed put) e indirettamente sollevano i mercati azionari. Questa volta potrebbe non essere così. Ma adesso entriamo nell’aspetto a cui più interessa ai nostri lettori.
Principali argomenti trattati in questa lettera:
La confusione ciclica dell’indice DAX
Compressione del fattore tempo-prezzo (Master Time Cycle)
Piano di trading dal 13 al 28 Luglio
Analisi con la metodologia di Gann
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