Sell In May?
It's time to sell stocks and take a vacation. Sell in May and go away is an old saw that investors repeat without giving any real credence to, but maybe they should
«The worst is over». This is consensus among insiders in this early 2023. The so-called experts agree that banking crisis has been overcome and we have survived. Therefore in a relief scenario and with May just around the corner, it would be correct to think (should this thesis be true) that Sell In May bias will fail this time. But is this really the case, or will the events that occurred in March eventually turn into a larger problem?
During Christmas vacations with the winter weather late in coming, price of gas began its huge decline. Clothing stores marked more unsold merchandise every day, and clothes dummy in the windows only attracted dust. The arrival of new year continued in the sign of Greta Thunberg with temperatures well above average averted the danger of seeing gas storages dry up. Suddenly, as every year, the frosty wave arrived, last blow in the tail of a rather mild winter in Europe; thus the stores managed to sell the huge amount of goods in stock in their warehouses, albeit at a huge discount compared to the expected fees.
The same thing in absolutely same way happened on financial markets. Major risk assets, which had been sold and mistreated throughout 2022, received new attention with the arrival of inflation and revaluation of certain sectors such as banking, dragged by central bank interest rate increases that coincided perfectly with the rise in commercial banks' operating margins. In essence, companies have benefited from the widespread rise in prices, or rather, they have loaded operating costs onto the value of assets owned and services offered. Real question, the right one, to ask at such a stage is: who is buying at these prices? The answer is quite simple: those who MUST. Among various players on the market table are those traceable to some of state's ribs have had to transfer cash from their budgets to buybacks or simply allocation as contracted, for the new fiscal year.
Those definitely left out are hedge funds, institutional and retail investors. Part of this data can be found by analyzing the Cot Report, while another part is clearly visible within their balance sheets, where it is possible to infer the amount of «unallocated liquidity» up from previous years. Expectations of those who have entered market in buying, pushing prices even higher, are not looking for yield, particularly in the short to mid-term. They are more about institutional duties these individuals are forced to make to re-balance portfolios and manage cash inflows. Public auctions and money raisings recorded record figures, a symptom that liquidity was and will be the real market mover in 2023.
But is it really right to buy at these prices? The answer in my opinion is clearly NO and this data in fact, fully reflects the steps of investors and retail customers. There is a lot of panic out there and fear (of missing out) of being left out of the next bull market is perceptible. The most aggressive speculators and traders (like me) have set their sights on a short that is long overdue. Some investors fail to sell thinking that «possibility of loss is infinite», making W.D. Gann and Jesse Livermore turn from inside the grave. If it is true markets are made to finance companies, one should ask whether it is right to do all the time, even when they are in debt (such as technology companies), work without hedges (such as Silicon Valley Bank) or make dastardly trades by incompetent managers (such as Credit Suisse). We need to ask the right questions and understand what stage of the cycle we are in.
April is over, and May is upon us. That means Spring is here and tea green buds once again populate the treetops. It also means its time to sell stocks and take a vacation. Or so they say. «Sell in May and go away» is an old saw that investors repeat without giving any real credence to. But maybe they should. Let's dig in.
«Il peggio è passato». Questo è il consensus tra gli addetti ai lavori in questo inizio del 2023. I cosiddetti esperti concordano nell’affermare che la crisi bancaria è stata superata e che siamo sopravvissuti. Pertanto in uno scenario di sollievo e con Maggio alle porte, sarebbe corretto pensare (qualora questa tesi fosse vera) che il bias Sell In May questa volta fallirà. Ma è proprio cosi oppure gli eventi verificatisi a Marzo finiranno per trasformarsi in un problema più ampio?
Durante le vacanze natalizie con il clima invernale che tardava ad arrivare, il prezzo del gas ha iniziato il suo enorme declino. I negozi di abbigliamento segnavano ogni giorno in più merce invenduta e i manichini nelle vetrine attiravano soltanto polvere. L’arrivo del nuovo anno ha continuato nel segno di Greta Thunberg con temperature ampiamente sopra la media che hanno scongiurato il pericolo di vedere prosciugati gli stoccaggi di gas. All’improvviso come tutti gli anni è arrivata l’ondata gelida, l’ultimo colpo di coda di un inverno piuttosto mite in Europa; così i negozi sono riusciti a vendere l’enorme quantità di merce in stock nei loro depositi, seppur con uno sconto enorme rispetto ai canoni attesi.
La stessa cosa in maniera assolutamente analoga è avvenuta sui mercati finanziari. I principali asset di rischio, venduti e maltrattati per tutto il 2022, hanno ricevuto nuova attenzione con l’arrivo dell’inflazione e la rivalutazione di alcuni settori come ad esempio quello bancario, trascinato dagli aumenti dei tassi d’interesse delle banche centrali che ha coinciso perfettamente con il rialzo dei margini operativi delle banche commerciali. In buona sostanza, le aziende hanno beneficiato dell’aumento diffuso dei prezzi, o per meglio dire, hanno caricato i costi operativi sul valore degli asset posseduti e sui servizi offerti. La vera domanda, quella giusta, da porsi in una fase del genere è: chi sta comprando a questi prezzi? La risposta è abbastanza semplice: chi DEVE. Tra i vari giocatori presenti sul tavolo dei mercati, ci sono quelli riconducibili ad alcune costole dello stato che hanno dovuto trasferire la liquidità dai loro bilanci a buybacks o semplicemente allocazione come da contratto, per il nuovo anno fiscale.
Quelli che sicuramente sono rimasti fuori sono hedge funds, investitori istituzionali e retail. Una parte di questi dati è reperibile analizzando il Cot Report, mentre un altra parte è ben visibile all’interno dei loro bilanci, dove è possibile evincere la quantità di «liquidità non allocata» in aumento rispetto agli anni precedenti. Le aspettative di coloro che sono entrati a mercato in acquisto, spingendo ancora più su i prezzi, non sono alla ricerca del rendimento, in particolare nel breve-medio periodo. Sono più che altro degli obblighi istituzionali che questi soggetti sono costretti a fare per ri-bilanciare i portafogli e per gestire i flussi di liquidità in entrata. Le aste pubbliche e le raccolte di denaro hanno registrato dati record, sintomo che la liquidità era e sarà il vero market mover del 2023.
Ma è davvero giusto comprare a questi prezzi? La risposta a mio parere è chiaramente NO e questo dato infatti, riflette pienamente i passi degli investitori e dei clienti retail. In giro la fuori c’è tanto panico e la paura (fear of missing out) di rimanere fuori dal prossimo bull market è percepibile. Gli speculatori e i trader più aggressivi (come me) hanno puntato ad uno short che tarda ad arrivare. Alcuni investitori non riescono a vendere pensando che «la possibilità di perdita è infinito», facendo rivoltare W.D. Gann e Jesse Livermore da dentro la tomba. Se è vero che i mercati sono fatti per finanziare le aziende, bisognerebbe chiedersi se è giusto farlo sempre, anche quando queste sono indebitate (come quelle tecnologiche), lavorano senza coperture (come Silicon Valley Bank) o compiono scellerate operazioni da manager incompetenti (come Credit Suisse). Bisogna porsi le domande giuste e capire in quale fase del ciclo siamo.
Aprile è finito e Maggio è alle porte. Ciò significa che la primavera è arrivata e che i boccioli verdi del tè tornano a popolare le cime degli alberi. Significa anche che è arrivato il momento di vendere le azioni e di prendersi una vacanza. O così si dice. «Vendi a maggio e vattene» è un vecchio adagio che gli investitori ripetono senza darvi credito. Ma forse dovrebbero farlo. Approfondiamo.
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